Archivi tag: Sinistra Ecologia Libertà Rimini

Il 15 e 16 maggio il tuo voto per una Rimini migliore.

Eugenio Pari

Che cosa significa voto utile? Utile per chi? Utile per fare cosa?

È utile innanzitutto il voto che offre alla città un governo serio, credibile, capace di cambiare, tra le molte cose che non vanno, prima di tutto: il sistema consociativo dove la politica e gli affari si mescolano nella gestione della cosa pubblica.

È utile il voto dato a chi in questi dieci anni di esperienza e di impegno nel Consiglio comunale di Rimini si è battuto con coerenza: per i diritti di tutti a cominciare dalla scuola pubblica e dalle politiche sociali; per una gestione non affaristica del territorio; per la cultura e l’ambiente al centro di una nuova idea di sviluppo; per i diritti di chi lavora e contro ogni precarietà; per la partecipazione e la democrazia.

È utile il voto dato a chi si impegna per cambiare la politica e il modo di governare Rimini senza dire che “sono tutti uguali”, che “la destra è uguale alla sinistra”. Perché nessun governo di centrosinistra ha mai portato l’Italia ad un punto così basso della sua storia politica, sociale e morale.

Siamo la sinistra più coerente e rigorosa. Per un nuovo governo della città è indispensabile il nostro contributo.

VOTA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’, ESPRIMI LA TUA PREFERENZA AD EUGENIO PARI CON FABIO PAZZAGLIA SINDACO

Si vota così: fai la croce sul simbolo e scrivi PARI

Contrassegnato da tag , , , , , ,

Elezioni comunali. Lettera ai cittadini riminesi

 C’è una Rimini migliore. Costruiamola insieme!

Eugenio Pari

Cara/o concittadina/o,

mi chiamo Eugenio Pari, ho 34 anni e lavoro come educatore in una comunità di recupero rivolta a persone con problemi di tossicodipendenza. Sono anche consigliere comunale uscente per Sinistra Ecologia e Libertà.

Ho deciso di ricandidarmi per proseguire nell’obiettivo di garantire e difendere i diritti fondamentali di tutte le persone. Al centro del mio impegno non ci sono stati e non ci saranno gli interessi di qualcuno o gli affari di gruppi di potere ma le persone che vivono nella nostra città con i loro fondamentali bisogni, in attuazione dei principi stabiliti dall’art. 3 della Costituzione che recita: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Si deve partire dai diritti fondamentali di tutte le persone e dalle responsabilità di ciascuno. Occorre praticare politiche che accompagnino la nostra comunità verso la via di uscita dalla crisi. Affrontare il disagio, le paure e le preoccupazioni dei cittadini impegnandosi a trovare con loro una via di uscita positiva per tutti. Scegliere la partecipazione come strumento di governo della comunità, significa scegliere la trasparenza e la legalità. Occorre inoltre diffondere una cultura e un’educazione della responsabilità, capacità di riavvicinare i cittadini alla politica, piuttosto che limitarsi ad amministrarla. Ascolto e partecipazione dei cittadini devono essere il metodo con cui si governa la città.

Per uscire dalla crisi bisogna ripartire dalla città. È nella città che possiamo trovare gli strumenti per affrontare insieme le difficoltà del nostro tempo e coltivare la speranza in una vita migliore per tutti. La città, dove oggi si scaricano le tensioni e i problemi della società, è anche il luogo dove possiamo creare le risposte più concrete ed efficaci.

Come si vota

Se vuoi contattarmi:

cell. 338 1109571

eugenio_pari@yahoo.it

Contrassegnato da tag , , , , , ,

Intervento di Eugenio Pari all’assemblea SEL Rimini

16 marzo 2011 – Sala degli Archi – Rimini

 

Compagne e compagni,

dallo scorso novembre siamo costretti a dover giustificare continuamente il senso della nostra decisione unanime da quando cioè abbiamo deciso di appoggiare e sostenere la candidatura a sindaco di Fabio Pazzaglia e quindi di non aderire al primo turno ad un alleanza con il PD.

Lo dobbiamo fare di fronte al fuoco di fila del PD che ha mobilitato tutti i propri dirigenti locali e il segretario regionale.

Lo dobbiamo fare di fronte alle dichiarazioni pubbliche del coordinatore regionale di SEL stasera qui presente.

Ma se fin da subito sapevamo che avremmo dovuto fronteggiare le innumerevoli pressioni del PD, conoscendo le “regole del gioco” e considerandole anche comprensibili, le pressioni del nostro coordinatore regionale, invece, sono state del tutto inaspettate e sinceramente incomprensibili.

Nelle ultime settimane piuttosto che comprendere, non dico condividere, le ragioni di questa nostra scelta, il coordinatore regionale si è comportato come un commissario politico degno del Comintern degli anni ’30. L’atteggiamento di dissenso rispetto alla nostra decisione affermata in due occasioni e sempre all’unanimità, fin dal primo incontro che abbiamo avuto si è trasformato in aperta contrapposizione sfociando in un suo ostruzionismo verso decisioni coerenti con le regole che scandiscono la vita interna, il dibattito e la formazione delle decisioni sancite dalle norme statutarie di SEL.

Una contrapposizione e un ostruzionismo subito dilagati nella reiterazione di minacce, non si capisce a che titolo poi, di impedirci di presentare il simbolo del partito in cui tutti militiamo e a cui siamo regolarmente iscritti.

Questo atteggiamento è troppo grave per non essere citato. Le energie profuse dal coordinatore regionale Paglia erano forse degne di tutt’altre iniziative, hanno presto mostrato il loro carattere di accanimento degno di altra causa forse, un accanimento che lo accomuna al segretario regionale del PD Bonaccini, con cui registra peraltro una singolare univocità di posizioni.

Speravo che queste tristi pratiche la sinistra italiana se le fosse lasciate alle spalle, non dico al 1956, ma sotto le macerie del muro di Berlino almeno, prendo atto che per il coordinatore SEL in Emilia Romagna quando si affronta il tema delle alleanze con il PD così non è.

Ci è stato chiesto di essere realisti.

Ebbene proprio perché siamo realisti e anche coerenti, pensiamo che occorra un profondo cambiamento nelle pratiche di governo per la nostra città e proprio perché realisti dobbiamo procedere verso la strada che abbiamo intrapreso.

Vogliamo determinare nel contesto dato un cambiamento reale, nel senso che vogliamo cambiare realmente, il corso di un’amministrazione di centrosinistra che si è contraddistinta per la subalternità ai poteri forti della città. Siano essi i poteri legati alla rendita immobiliare o al monopolio delle cooperative legate alla Curia e a CL nel campo dei servizi educativi.

Vogliamo un governo cittadino che piuttosto che finanziare a fondo perduto la diretta RAI di Capodanno, quei 600mila euro li destini all’assistenza domiciliare per portatori di handicap e anziani non autosufficienti. Un dato, sarà forse una fortuita coincidenza contabile, ma nell’ultimo bilancio comunale – su cui abbiamo votato contro – sono state erogate meno ore di assistenza domiciliare per le fasce sociali più deboli, tale contrazione ha determinato un risparmio di circa 600 mila euro, la stessa cifra che è servita al Comune di Rimini per pagare il contratto a Bibi Ballandi l’organizzatore del Capodanno RAI in Piazza Fellini, l’evento con Mara Venier e Al Bano con cui siamo stati deliziati. Un evento di grande risalto culturale, e a proposito di cultura quest’anno a quasi tutti i giovani laureati che con passione e competenza lavoravano come guide al museo della nostra città non sono stati rinnovati i contratti. La motivazione: non ci sono soldi!

Queste cose non le diciamo da pochi giorni, ma da anni!

Il candidato sindaco del PD sostiene di voler cambiare pagina, si contraddistingue per il disconoscimento delle politiche della ultra decennale giunta Melucci – Ravaioli. Bene! Addirittura il segretario del PD ha lasciato ventilare l’ipotesi che sia SEL a scrivere le pagine del programma sull’urbanistica. Benissimo! Siccome però non bastano i propositi, ma contano i comportamenti abbiamo detto che se volevano essere coerenti potevano sostenere insieme a noi una proposta all’interno del PSC (ossia il PRG) di cui in queste ore si stanno approvando i contenuti. La nostra proposta prevedeva di spostare il periodo di salvaguardia per interventi edilizi che se realizzati comporteranno 300 mila md di edificazioni. Di questi 300 mila 150 mila sono appartamenti circa 2150 appartamenti in più quando il PSC prevede nei prossimi 15 anni la realizzazione di 5000 appartamenti. Una mole di cemento da approvare fuori da qualsiasi contesto di pianificazione, una mole che inficia in partenza le strategie di sostenibilità che sono all’origine dei PSC.

Ebbene, anche qui con senso della realtà, abbiamo proposto di rivedere queste realizzazioni così evidentemente sovrastimate riconducendole all’interno del PSC che ha fra i propri capisaldi un principio della l.r. 20/2000: “costruire nuove realizzazioni edilizie quando non sussistano alternative per il riuso del tessuto urbano esistente”. La risposta del PD che vuole voltare pagina è stata quella di bocciare il nostro emendamento, così come ha respinto un altro emendamento che prevedeva politiche di risparmio energetico e premere maggiormente sul fotovoltaico.

Badate, non l’hanno fatto perché sono cattivi, lo hanno fatto perché di fronte alle pressioni dei costruttori e l’ipotesi di seguire politiche di governo del territorio più indirizzate all’interesse collettivo hanno scelto da che parte stare: quella della rendita immobiliare e dei costruttori.

I costruttori sono mesi che piangono miseria, la crisi – dicono – ci ha piegato le gambe e non si può ingessare la città con la crescita zero. Intanto di quale crescita zero parlano?! E a queste bugie raccontano altre bugie. La voce, un quotidiano notoriamente comunista come tutti sappiamo, in un articolo dell’11 marzo racconta quanto siano disperati i costruttori: edile carpentieri di Bruno Morandi (il socio di Valentini) nell’ultimo anno ha conseguito 31,5 milioni di profitti + 29% rispetto al 2010, Giuseppe Pesaresi (fratello di Ulisse il presidente dei costruttori di confindustria) +157% dei profitti rispetto al 2010! Queste persone offendono coloro che soffrono veramente la crisi anche a causa delle speculazioni che questi “imprenditori” realizzano da decenni!

Con questo io non sostengo l’esproprio proletario e tanto meno credo che l’abolizione della proprietà privata sia all’ordine del giorno, credo però che il territorio sia irriducibile alle sole logiche di profitto perché è un bene comune, e credo che un’amministrazione comunale debba affermare questo principio, certo chi fa impresa consegue il profitto ma grazie al profitto che questi realizzano su un bene che dovrebbe essere di tutti centinaia di famiglie sono escluse all’accesso al fondamentale diritto alla casa.

A Rimini ci sono migliaia e migliaia di appartamenti sfitti, una stima prudente si aggira sui 10.000, Rimini è la città capoluogo dove si è più costruito nella terza regione per espansione edilizia in Italia eppure parliamo ancora di emergenza casa e di persone che non possono nemmeno pensare di acquistare casa o che non riescono a pagare gli affitti? Certo, perché questo patrimonio sfitto serve a mantenere alti i prezzi degli immobili, se questo patrimonio venisse collocato sul mercato si svaluterebbe e allora addio ai profitti di cui ho appena parlato, addio alla speculazione. Non c’è la mano invisibile del mercato a regolare queste contraddizioni, ci deve essere la funzione del governo pubblico e questa funzione si è scelto di non eseguirla. Se queste cose le capisco io le dovrebbe capire ancora meglio chi guida la nostra città, e le capisce solo che preferisce essere subordinato ai poteri forti, si sceglie la subalternità rispetto a questi poteri piuttosto che dare senso in termini di interesse collettivo realizzando il principio della funzione sociale attribuita costituzionalmente all’impresa.

Un sviluppo basato solo sul consumo deprime le possibilità di investimenti produttivi e attrae, come accade da decenni, i capitali delle mafie che vedono nel mattone e più in generale sull’economia basata sul consumo una occasione ghiottisima. La compiacenza del sistema bancario e la vicinanza a San Marino fanno il resto. Noi parliamo di questo, gli altri?

So che Rimini non è la sola città che vive queste situazioni, lo so che il PD riminese non è l’unico che governa così. Noi però abbiamo deciso di non sottostare alle compatibilità, al compromesso estremo sempre e comunque pur di stare al governo. I posti a fianco dei vincitori sono sempre affollati, noi abbiamo scelto di sederci da un’altra parte! Potremmo giustificare la nostra collocazione con qualche concessione ottenuta dal PD, ma è proprio il tema di qualcuno che da le carte e qualcun altro che deve abbozzare che non mi convince, che, anzi, rifiuto. Potevamo giustificare una nostra presenza nella maggioranza con qualche odg sulla pace ed essendo ligi e del tutto ininfluenti magari avremmo avuto assessori e altre prebende, non lo abbiamo fatto, non per un’idea manicheista, ma perché chi chiede comportamenti più etici non si può poi mettere nel macchione.

Invece pensiamo che occorra cambiare i rapporti di forza che sono alla base dell’agire politico, è per cambiare i rapporti di forza e introdurre elementi progressivi di cambiamento che noi stiamo percorrendo questa strada, non per raggiungere risultati di carrierismo politico. I rapporti di forza non si cambiano solo con qualche intervista a Nichi Vendola, si modificano agendo politicamente nel tentativo di dare rappresentanza alle istanze di cambiamento e cercando insieme di cambiare le cose in coerenza alle idee che si sostengono a tutti i livelli e in ogni momento.

Se quel cambiamento che giustamente SEL richiede a tutta la politica non cominciamo a metterlo in pratica allora faremmo solo del velleitarismo, saremmo degli ipocriti!

Se vincono sempre i poteri forti, se la logica che deve sempre e comunque prevalere è quella del tatticismo politico, se gli interessi di pochi forti sono gli interessi che si ritengono imprescindibili per poter governare allora saremmo uguali agli altri e quando la sinistra diventa uguale agli altri diventa pericolosa. D’altra parte ciò che Vendola per ben due volte ha fatto in Puglia è stato affrontare con coraggio questo stato di cose, ha creato speranza, una speranza che gli ha dato e gli sta dando la forza per governare nell’interesse di tutti!

Fuori tempo massimo peraltro, ci è stato chiesto di chinare il capo di fronte alle compatibilità della politica, trasformando il senso di realtà in opportunismo, sacrificando le istanze di trasformazione al tatticismo della politica politicante, ribaltando il disinteresse della nostra scelta in interesse personale, cercando di imporre le scelte piuttosto che rispettarle.

Non so come andrà a finire questa vicenda però quanto è successo ci deve insegnare qualcosa: esiste ancora chi pretende di suddividere il partito fra chi detta la linea e quanti, invece, devono, volenti o nolenti, accettarla. Questa cosa non solo non fa parte della mia modesta cultura ed esperienza politica, non fa parte del mio modo di vivere.

Per quanto mi riguarda, lo dico molto serenamente, se questa sera qualcuno pretenderà di ribaltare una decisione democraticamente assunta da organismi assolutamente legittimati a farlo, dovrei trarre delle conclusioni che, aderendo a SEL e contribuendo insieme a tutte e tutti voi a fondarla a Rimini, speravo di non dover prendere.

Se dovesse prevalere la linea di chi, non con la forza della ragione, ma con la forza che con supponenza pensa gli sia data dall’incarico che ricopre, credo che SEL, pur nella modesta dimensione che la vicenda riminese ricopre, subirebbe un’amara sconfitta.

Penso che tutte le nostre belle parole, i nostri bei progetti rischiano di essere schiacciati da chi li giudica come un fastidioso orpello, un ostacolo per chi delle nostre parole e progetti non sa cosa farsene, della nostra passione, del nostro entusiasmo e delle nostre idee se ne può far benissimo a meno!

Io, invece, vorrei che in giugno potessimo tutti insieme ritrovarci senza chiedere che qualcuno si debba cospargere il capo di cenere perché quando a prevalere la democrazia e il rispetto siamo tutti a vincere, vorrei – dicevo – che ci trovassimo tutti insieme per costruire la possibilità ancora più concreta di da vita al cambiamento che vorremmo realizzare. Sono convinto, compagne e compagni, che sarà così!

Contrassegnato da tag , , , , , , , , , , , , , , ,

L’OSTRUZIONISMO DEL PDL E’ SOLO UTILE AI COSTRUTTORI. QUESTO PSC E’ IL RISULTATO DELLE LORO PRESSIONI

DICHIARAZIONE DEI CONSIGLIERI PARI, PAZZAGLIA E GIOVAGNOLI

Rimini, 11 marzo 2011

La strategia ostruzionistica del Pdl è irresponsabile e del tutto infruttuosa dal punto di vista della correzione migliorativa del PSC.

Per accorgersi di questo basta semplicemente leggere le dichiarazioni dei costruttori, il Pdl non vuole affatto tutelare gli interessi collettivi cittadini riminesi, vuole solo rappresentare e tentare di accattivarsi le simpatie degli imprenditori edili. Le 17 sedute del Consiglio comunale per espletare gli inutili 1400 emendamenti grazie al Pdl costeranno alla cittadinanza riminese 90 mila euro circa.

La disinformazione del Presidente dei costruttori è strabiliante, egli parla di una città bloccata nell’espansione urbanistica quando solo i piani particolareggiati del periodo 2007 al 2010 posti in salvaguardia determineranno un’edificazione di 300 mila metri quadrati. Parlare di città ingessata è un’offesa verso tutte quelle persone che nonostante le migliaia di appartamenti tenuti sfitti per mantenere alti i prezzi delle case, quindi dell’acquisto e degli affitti, si vedono impossibilitati all’accesso al diritto fondamentale alla casa. Per i costruttori riminesi la crisi non c’è, questo è dimostrato dalle performances economiche e dai profitti raggiunti che li proiettano in cima al vertice nazionale del settore.

In questi ultimi dodici anni Rimini è stata la città in Emilia Romagna dove più si è costruito, nonostante questo è la terza città in Italia con i costi più alti per l’acquisto e gli affitti degli immobili. È facile quindi capire chi si sia avvantaggiato speculando su questa situazione e il Pdl vuole continuare a difendere questo status quo. Mentre il Pd cerca di dare delle risposte ampliando le maglie e venendo meno ad uno dei cardini del PSC: nuove costruzioni solo nel caso non sussistano possibilità di riuso del tessuto urbano esistente.

A chi ci chiede perché non abbiamo presentato anche noi centinaia di emendamenti rispondiamo dicendo che le nostre proposte (restrizione dei periodi di salvaguardia e politiche di risparmio energetico) vanno al cuore di aspetti essenziali, ma soprattutto che il Piano Strutturale (PSC) sarà utile alla città se non avrà al suo interno una specie di “cavallo di troia” dei piani particolareggiati che ne svuota l’efficacia. La proposta che è stata presentata, allo stato, purtroppo, rappresenta solo il tentativo di rispondere alle pressioni dei costruttori e di pochi privati.

Contrassegnato da tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

SEL al primo turno autonoma dal Pd con Fabio Pazzaglia candidato Sindaco

Ecco qua un dibattito a proposito della decisione di SEL di andare autonomamente rispetto al Pd al primo turno
 
Filippo Pecci, 19.11.2010

Sinistra Ecologia e Libertà a Rimini ha deciso di correre in solitaria(almeno al primo turno) alle elezioni comunali del prossimo marzo. Una scelta che sorprende tutti certo, ma che va rispettata perché assunta in autonomia, dagli organismi di partito. Dopo aver preso atto della decisione, è necessaria un’analisi e una risposta politica. Sono irresponsabili (e anche un po’ infantili) reazioni di stizza e rancore in questo momento.

Confrontiamoci senza paura con le critiche che vengono fatte, evitiamo le timidezze. La rottura, si dice, si è consumata su questioni di sostanza: dalla gestione del territorio a quella del welfare, possibile che il PD non abbia niente da dire? Io credo di no. Non mi sembra che l’idea di città proposta in questi giorni da diversi esponenti di sinistra e libertà sia così lontana da quella che dovrebbe essere la nostra. Più attenzione all’ambiente e al territorio, alle condizioni dei più deboli e dei più colpiti dalla crisi, gestione più seria e meritocratica delle aziende pubbliche, svolta nelle politiche culturali. Questi sono anche nostri temi, non possiamo sottrarci.

E’ scontato dire che la candidatura di Fabio Pazzaglia nasce per dar voce a istanze presenti nella città, sentite dai riminesi. Per riaprire il confronto è necessaria una maggior vitalità e maggior decisione su certi temi. Ad esempio, fin’ora si è parlato pochissimo di integrazione e di cittadinanza:a Rimini la presenza di migranti diventa sempre più importante, è necessario avanzare proposte precise, per rendere tutti cittadini. Altro argomento particolarmente caro ai cuori di sinistra è sicuramente quello del lavoro stagionale; dopo gli avvenimenti della scorsa estate dobbiamo avere la forza e il coraggio di aggredire il problema, non restando al traino dei sindacati o delle associazioni di categoria. Promuoviamo un tavolo istituzionale, che permetta di studiare le soluzioni più efficaci per intervenire in uno dei settori più importanti della nostra economia locale.

Mettiamo in alto nella lista il tema dell’ambiente e del rispetto del territorio. Ormai tutti dicono che lo sviluppo selvaggio è finito e che è necessaria una nuova progettualità, più eco-sostenibile. Bene, facciamo delle proposte forti e portiamole avanti con convinzione però, perchè su questo tema ci giochiamo molta della nostra credibilità.

Infine, apriamo il portone dei diritti civili: non possiamo continuare a fingere che la necessità non ci sia. Le coppie di fatto sono proprio “di fatto” cioè esistono, indipendentemente da cosa ne pensi la politica. Su questo tema siamo sempre sulla difensiva, non sarebbe il caso di rilanciare? Proponiamo a Rimini la realizzazione del registro per coppie di fatto, in modo che possa essere recepito l’art.48 della finanziaria regionale dello scorso anno che estende diritti a famiglie che prima non li avevano.

Insomma: alziamo il telefono, organizziamo un confronto e presentiamoci con le nostre idee, ma abbandonando quelle timidezze che troppo spesso ci caratterizzano. Così porteremo a casa un’alleanza di centrosinistra autentica e vincente.

http://www.comunicazionedemocratica.it/comunicazionedemocratica/?p=826

——–

Rossano Lambertini, 16.11.2010

Chiariamo subito: il pezzo volutamente provocatorio che ho postato sul nostro blog del PD di domenica è stato lo sfogo davanti a un mancato accordo che, io personalmente, trovo imprescindibile. E la cosa sarebbe di ben poco conto se riguardasse solo me, ma tale mancato accordo ha lasciato senza parole tutti (ma proprio tutti) quelli con cui ho avuto occasione di parlarne, che sono tutti elettori di centro sinistra (e che non sono certo solo del PD).

Ai commenti su Facebook con cui Eugenio Pari, Antonio Berardi, Paolo Severi o anche Max Fabi (con il quale abbiamo gia’ condiviso diverse esperienze in passato e le cui idee sono sempre originali e trasparenti), che hanno prontamente replicato al mio post, va dato merito per la loro evidente volontà di confronto, ma chiedo loro: voi che conoscete sicuramente tanti elettori di centro sinistra come e piu’ di me, possibile che non abbiate la stessa impressione che ho avuto io? Possibile che la gente attorno a voi trovi plausibile che PD e SEL vadano separatamente alle elezioni a Rimini? Non temete che ci vengano a prendere con i forconi?

Tra le ragioni (che sono tante e variegate) che ci hanno spinto (noi del PD, chi scrive e’ membro della segretria comunale) a selezionare il candidato a sindaco attraverso le primarie c’è stata sicuramente la precisa percezione che i nostri elettori non sarebbero stati disposti a capire un metodo che non fosse quello delle primarie e che per noi i forconi sarebbero stati una certezza piu’ che un timore…

Eugenio (che ho incrociato piu’ volte alle iniziative dell’ANPI anche se non ci conosciamo, ma non manchera’ occasione) mi dice che più che una volontà di confronto, lui ha riscontrato da parte del PD un tentativo di cooptazione verso SEL. Se esistono sensibilita’ diverse sul programma, io dico ben vengano: sarebbe inuspicabile e sospetto che non ci fossero (sarebbe inauspicabile perche’ sospetto…), ma che risultino tali da dividere due “popoli di elettori” che non capirebbero proprio non ci sta (da qui la battuta sui “baroni” che decidono in proprio).

L’accordo elettorale e le naturaliter primarie per identificare il candidato, come ha dimostrato l’esperienza di Milano (che immagino piuttosto dolce per tutti i compagni di SEL e che verranno probabilmente ripetute a Bologna, Napoli e Torino), sono la strada giusta. Quale sarebbe la differenza tra quello che è successo a Milano giusto l’altro ieri e quello che sarebbe potuto succedere a Rimini se SEL avesse preso parte alle primarie di coalizione (sostenendo, ben inteso, chi gli pareva a partire da Fabio Pazzaglia, il quale, sia detto a titolo personale, gode della mia più sincera stima anche se da posizioni spesso diverse)? Le primarie di Milano vanno bene mentre quelle di Rimini sarebbero un tentativo di cooptazione? Mah…

Dirò di più: mentre a Milano il PD ha puntato su un candidato “ufficiale”, “di segreteria” (scelto da pochi dirigenti e la cui sconfitta ha fatalmente condotto alle dimissioni della segreteria stessa, ca va sans dire…) a Rimini la segreteria non ha assunto alcuna posizione ufficiale, lasciando alla raccolta delle firme il concretizzarsi delle singole candidature. Seppur tra i mille distinguo che ognuno e’ libero di fare, e’ quanto di piu’ vicino al concetto di primarie vere che si sia visto fino a oggi in materia. O no? E le regole per le primarie stesse potevano piacere o meno, ma sono state chiare e inalterate dall’inizio. Uguali per tutti.

Resto convinto che la mancata partecipazione di SEL alle primarie sia stata un’occasione persa per tutti, ma per SEL un po’ di piu’.

Non sono ingenuo e non faccio finta di non sapere quali crepe abbiano aperto nel rapporto tra il PD e SEL gli ultimi mesi vissuti nel consiglio comunale, ma e’ altrettanto vero che davanti a noi abbiamo la possibilita’ di fare un punto zero, di iniziare un dopo Cristo della politica a Rimini, nel centrosinistra.

Non puo’ non essere una novita’ il fatto che Lino Gobbi (che cito perche’ Eugenio l’ha citato) abbia iniziato il suo percorso come segretario parlando di “storicizzazione” di un certo modo di intendere l’edilizia o che l’acqua debba essere pubblica senza se e senza ma, cosi’ come non puo’ non rappresentare una nuova fase il fatto che una larga parte della rappresentanza in consiglio comunale, di quelli che erano DS e Margherita, affrontera’ il suo naturale ricambio (noi abbiamo un limite di due mandati) e non si puo’ nemmeno non riconoscere che sono molte le facce nuove che la nascita del PD ha fatto emergere e che proporra’. E anche gli spazi dialettici sul web (questo come quello di comunicazione democratica, della giovanile o come i tanti blog dei singoli circoli) sono una novita’ e la discussione aperta e libera che stiamo intavolando ne e’ la prova provata (….si’, lo so che i commenti ancora non sono a disposizione, ma lo saranno, non temete…). A qualcuno pare poco? Io credo che sia un inizio. Dove condurra’ e in che modo e’ una variabile funzione esclusiavamente delle persone.

Concludo come ho iniziato: l’entrata a gamba tesa del post di ieri l’altro e’ stato dettato dalla delusione per la falsa partenza del mancato accordo elettorale (e quindi della mancata partecipazione di SEL alle primarie del centro sinistra del prossimo 12 dicembre), ma spero davvero che ci siano tempi, modi e persone con cui evitare lo scempio di vedere SEL e PD andare separatamente alle elezioni.

Nessun elettore di centro sinistra (davvero nessuno) lo vuole. Lo sappiamo tutti.

—-
Ferdinando Fabbri, 16.11.2010
L’uscita di Rossano Lambertini sul sito comunale del PD è politicamente sbagliata, sicuramente non esprime la posizione del Partito Democratico. 
Sinistra e Libertà a Rimini fa le sue scelte in totale autonomia e con proprie legittime logiche che vanno rispettate e ascoltate. Nessuno può permettersi, dall’esterno, di fare attacchi ai rappresentanti di quel movimento; soprattutto se sono valutazioni critiche che poco hanno a che  fare con ragionamenti politici e molto, purtroppo, con attacchi personali. Tanto meno possono farlo i compagni del PD.
Sinistra e Libertà rappresenta infatti una componente organica del centrosinistra italiano e riminese. La cultura libertaria, ecologista e alternativa che essa esprime,  non solo è uno stimolo per il cambiamento del Paese ma è parte indispensabile per proporre, anche nella nostra città, un’esperienza di governo che faccia leva sull’innovazione  e su un’ampia partecipazione popolare.
Siamo solo all’inizio di una lunga e difficile partita politica che si concluderà nella primavera con le elezioni comunali. Se il centrosinistra non è unito, il rischio di lasciare Rimini in mano a Berlusconi è molto alto.
Se evitino perciò uscite scomposte e atteggiamenti stizzosi da ambo le parti. E si organizzi invece un vero confronto programmatico fra PD e SeL sui problemi della città. Da lì occorre ripartire e poi, sul tavolo dei programmi, ritrovare una forte spinta unitaria.
—–

Eugenio Pari, 16.11.2010

Il Pd sostiene che all’interno di SEL a Rimini sia ancora aperto un confronto per aderire fin dal primo turno alla coalizione che dichiara di aver costituito. Probabilmente Gobbi ha notizie diverse da quelle in mio possesso, molto più probabilmente, invece, sta cercando di portare la situazione sull’orlo di una crisi di nervi. Io so soltanto che i nostri organismi si sono riuniti democraticamente e che hanno votato all’unanimità la proposta di candidare Pazzaglia a sindaco e soprattutto di competere autonomamente alle prossime elezioni comunali con l’obiettivo di proporre un centrosinistra alternativo rispetto a quello attuale.

Non voglio credere che Pd e Pdl siano la stessa cosa, ma qui non si sta facendo una discussione accademica su contenuti astratti rispetto a rapporti ideali che avremmo dovuto avere con il Pd. La rottura si è consumata su scelte che hanno dimostrato ciò che negli ultimi anni era chiaro a tutti e cioè che all’interno del centrosinistra riminese esistono visioni alternative prima ancora che politiche di tipo culturale e ideale. È sulla sostanza e non su questioni di bottega, che lasciamo affrontare ad altri, che vogliamo proporre alla città un progetto ed un conseguente programma di governo. Un progetto ed un programma che sappiano indicare un’idea di città alternativa rispetto a quella proposta dal Pd negli ultimi anni e alla quale ci siamo sempre opposti cercando di offrire delle proposte alternative.

Questa proposta non si svolge unicamente sul tema del governo del territorio, ma sul welfare locale, sul tema della gestione delle aziende pubbliche, sul tema delle politiche culturali. Per noi la città è un bene comune e i cittadini che la abitano devono trovare condizioni per innalzare la propria qualità di vita. Per il Pd com’è? Sarebbe fin troppo facile dire che per loro tutto si incentra sull’accondiscenza rispetto ai poteri forti siano essi legati alla rendita o alle lobbies di altra natura, ma è proprio così e quando le distanze sono di questo livello è davvero difficile trovare il modo per colmarle.

Comprendo bene quando i dirigenti del Pd affermano che li dobbiamo considerare per ciò che sono e non per un Pd immaginario, un Pd che non esiste e non è mai esistito. Ma la stessa cosa dovrebbe valere nei confronti nostri. Nessuno può dettarci quello che dovremmo essere e che cosa dovremmo fare, quindi spero che questa elementare forma di rispetto a cui ci siamo sempre attenuti valga anche per loro. Se sono convinti del loro programma e soprattutto se sono convinti della giustezza del loro operato la prova ci sarà fra pochi mesi.

Eugenio Pari, 15.11.2010

Mi sembra che Rossano (che non conosco e credo altrettanto lui non conosca me) sia in buona fede e credo nel suo rammari…co. Però, da “piccolissimo dirigente” e da consigliere opportunista vorrei fargli presente che se così impostata la sua riflessione sembra più un gesto di stizza che il tentativo di aver effettivamente “cambiato pagina” come – secondo lui – avrebbe fatto il Pd a Rimini.
Purtroppo gli elementi di confronto anche teso tra l’amministrazione Ravaioli e alcuni consiglieri non sono il frutto di calcoli personali (quali poi, visto che sia il sottoscritto che Giovagnoli per poter portare avanti le nostre battaglie ci siamo dimessi da incarichi politici ben più importanti?), ma sono il tentativo di dare rappresentanza a idee e visioni sulla città e sul suo sviluppo alternative rispetto a quelle del Pd tutto concentrato sul dare risposte ai poteri forti. Non so se la sudditanza decennale rispetto ai poteri forti, in particolare a quelli legati alla rendita immobiliare sia vissuta dal Sig. Lambertini come un problema da risolvere piuttosto che una pratica da perpetuare all’infinito, per noi, non da oggi, è arrivato il momento di cambiare musica e vorremmo provare a farlo. Avremmo voluto provare a farlo anche con il Pd, ma purtroppo le ultime decisioni (Murri, Via Portofino, ex Seminario) hanno dimostrato che questo spazio non c’è.
E’ del tutto inutile ora dire a chi con coerenza, non certo per calcolo di bottega (quelli li lasciamo fare ad altri), si è opposto a scelte sbagliate che così facendo si rischia di far vincere il centrodestra. Purtroppo, se il centrosinistra è in crisi è in crisi perché paga lo scotto di scelte politiche sbagliate come l’esternalizzazione dei servizi educativi ai privati, o come il taglio dell’assistenza domiciliare o la politica degli eventi a vantaggio di pochi, altro che ricadute positive per il settore turistico.
So cogliere, nonostante tutto, la differenza con il Pdl, ma qui non ragioniamo solo in termini generali ed astratti, discutiamo di scelte che come ha voluto prendere il Pd riminese avrebbe potuto prenderle una qualsiasi giunta del centrodestra della Brianza o del Veneto.
La politica è andare alla base dei problemi per tentare di risolverli, è andare alla radice delle scelte, ebbene per affrontare i problemi ci sono modi diversi, la differenza con ampi strati del Pd è ancora prima culturale e si misura allorquando si è chiamati a prendere delle decisioni, sono diverse le idee e i presupposti che portano ad affrontare i problemi stessi. La differenza è culturale e non basta certo un generico appello all’unità per affrontarla.
Quella di Gobbi, a mio avviso, non è stata la proposta per aprire le primarie, ma il tentativo di cooptare. Le alleanze si basano sui programmi e in questi mesi le distanze sono aumentate.
Vedo comunque che nonostante si cambi il nome del partito alcune pratiche, come quella della ricerca del capro espiatorio (frutto malato di altri drammatici tempi) non è cambiato.

Rossano Lambertini , 15.11.2010

A Rimini Sinistra Ecologia e Liberta’ se ne va alle elezioni comunali senza di noi, senza il PD, che aveva apertamente manifestato le intenzioni di un accordo elettorale. SEL rifiuta quindi di partecipare alle primarie del centro sinistra a Rimini.

Non si riesce a non pensare male. Non si riesce a non pensare che a muovere le istanze di SEL non sia stato un semplice e legittimo calcolo politico: infatti quale elettore, del PD o di SEL, vuole vedere queste due forze su fronti opposti (…quando anche Bersani e Vendola hanno trovato un accordo!…)? Come giudicheranno gli elettori di centro sinistra una tale deriva narcisista di chi si dice “dirigente” in SEL (che sono poi gli stessi consiglieri comunali dal dissenso facile e opportunistico di fine mandato) e che altro scopo non ha se non quello di sopravvivere a se’ stesso a qualunque costo?

Cosa avrebbe impedito a questi signori, al limite, di competere e misurare le proprie forze nella prima primaria della storia riminese come ormai ogni elettore del centro sinistra chiede (esattamente come e’ successo a Milano proprio ieri, “mantenendo un profilo unitario e tenendo presente la vera natura delle primarie”)?

Che le scelte politiche non siano nemmeno sullo sfondo di questo minuetto di SEL (capita solo a Rimini che i suoi piccoli, o piccolissimi, “dirigenti” mettano le proprie istanze personali davanti a quelli dei propri elettori!) lo dimostra il sostegno dolorosamente strumentale alla candidatura a sindaco di Fabio Pazzaglia, che e’ membro, per quanto dissidente, del PD, (a proposito di “Papa straniero”…) e che con SEL non ha alcun legame politico. Anche se e’ vero che avremmo preferito vedere Fabio alla prova della raccolta delle firme per le primarie (tentativo di raccolta di firme, ricordiamolo, abortito giusto nel breve volgere di un paio d’ore…), non c’e’ nulla da ridire se Fabio si candida a sindaco sostenuto da chi gli pare, ma e’ certo che il suo farsi usare quasi come scudo umano dai baroni riminesi di SEL va un po’ ad offuscare le spesso ammirevoli battaglie di etica che Fabio ha condotto in passato.

Ma noi siamo fatti cosi’. A noi le primarie piacciono perche’ piacciono agli elettori di tutto il centro sinistra e ci sarebbe piaciuto vedere SEL (magari a sostegno proprio di Fabio) essere parte di queste ed e’ per questo che invitiamo comunque tutti gli elettori di SEL a partecipare alle primarie del 12 dicembre.

Indipendentemente da chi sara’ il candidato sindaco che uscira’ vincitore dalle primarie, il PD riminese sta operando un ricambio nelle sue file volto a dare un respiro diverso e qualitativamente superiore a una scena politica che, anche in quest’ultimo episodio, si dimostra asfittica.

Abbiamo tentato di voltare pagine. Loro (e soltanto loro) non hanno voluto.

http://pdrimini.blogspot.com/2010/11/i-baroni-di-sel.html?spref=fb

Contrassegnato da tag , , , , , , , , , , ,